Scuola bilingue

Metodo di insegnamento Hocus & Lotus.
La nostra struttura accoglie bambini
dai 3 mesi ai 6 anni.

Hocus & Lotus

I Dinocrocs che insegnano
le lingue ai bambini

Avviene ad un’età caratterizzata da importanti sviluppi fisiologici ed emotivi nei bambini che si avvicinano per la prima volta ad un contesto educativo che nella sua strutturazione inizia ad essere simile alla futura scuola dell’obbligo senza abbandonare alcuni principi fondamentali per l ‘apprendimento cognitivo ed emotivo come il gioco e l’importanza delle relazioni con le figure di riferimento, maestre ed educatrici. Più che un metodo lo si può considerare un vero e proprio programma educativo linguistico basato sul concetto di FORMAT NARRATIVO.

Il format narrativo è un modello didattico per l’educazione bilingue creato da Traute Taeschner, che mutuando il concetto di format da Bruner, sviluppa il concetto di “format narrativo”, che mantiene le caratteristiche del format bruneriano, ma assume connotati nuovi. Il concetto fondamentale è l’intenzionalità comunicativa, che è alla base dell’apprendimento di una seconda lingua, cui si aggiunge l’elemento narrativo: nasce, così, il format narrativo, una serie di storie ripetute e condivise con l’insegnante, che si rifanno al vissuto emotivo del bambino. Il modello teorico alla base del format narrativo prevede che nella scuola si creino le condizioni ambientali favorevoli all’avviamento dell’apprendimento della seconda lingua.

Quattro principi alla base del processo di acquisizione del linguaggio

Principio della buona comunicazione

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“Fra insegnante e alunno deve esserci un’interazione di affetto che si raggiunge con un buon rapporto comunicativo, il quale a sua volta si realizza attraverso l’intersoggettività e l’alternanza dei turni”. Secondo questo principio, l’inizio della comunicazione è l’intersoggettività, questo implica la percezione di sé e dell’altro in uno scambio comunicativo con cui inizia il processo conoscitivo dell’altro. Il bambino sarà motivato a parlare nella L2 se si sarà instaurato un buon rapporto con l’insegnante, seconda quella che è la motivazione primaria all’apprendimento di una lingua: il bambino parlerà in L2 perché avrà piacere nel farlo, e non perché la lingua sia bella in sé, ma perché si è instaurato un buon rapporto comunicativo con l’insegnante.

Principio del bilinguismo

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“Nel buon rapporto comunicativo il parlante imposta e aggiusta la propria produzione linguistica su ciò che lui ritiene sia la capacità di comprendere del suo interlocutore. Tradotto in termini di didattica della L2 vuol dire che l’insegnante non deve comprendere la lingua madre del bambino se desidera che questi parli la nuova lingua”(Taeschner, 1983). Il bambino non inizia a parlare se l’insegnate comprende la sua prima lingua: lo scopo del bambino è essere capito dall’insegnate, per cui se il bambino sa che l’insegnante comprende la sua L1, non ha motivo di sforzarsi cognitivamente a parlare in L2. Per evitare che ciò accada, nel modello del format narrativo l’insegnate deve fingere di non comprendere il bambino che parla nella sua L1 dal momento in cui, indossando la maglietta magica, si entra nel mondo magico, dove si parla e si comprende solo la L2. La motivazione a parlare in L2 è proprio la possibilità di farsi capire.

Format narrativo

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Le attività svolte fra insegnante e alunni devono avere le caratteristiche di un format narrativo che si svolge in L2”. L’intenzionalità comunicativa è un prerequisito alla realizzazione della comunicazione. Il bambino, quindi, per parlare in L2, deve condividere esperienze condivise, e quindi format, in L2. Le parti di un format, quindi, sono: l’esperienza condivisa e ripetuta tra adulto e bambino, l’intersoggettività, l’alternanza dei turni di conversazione, la possibilità di inferire le emozioni dell’altro, la ripetitività, che permette di comprendere il comportamento dell’altro, da cui nasce l’intenzionalità comunicativa. La ripetizione sempre identica potrebbe, tuttavia, risultare noiosa, perciò in questo modello si è inserito l’elemento narrativo nella struttura del format, creando il format narrativo, ossia brevi storie ripetute e condivise fra insegnante e bambino, che si rifanno ad esperienze vissute dal bambino stesso.

Progressione linguistica

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“La progressione linguistica relativamente alla struttura delle frasi si articola all’interno del format e, relativamente al lessico, nella somma dei vari format”. Le lezioni di L2 si basano su una serie di storie scritte come dei copioni teatrali. L’obiettivo non è raggiungere il livello di frase più elaborato alla fine dell’anno scolastico, ma alla fine di ogni format, dopo averlo ripetuto 10 – 15 volte in classe, dopo averlo ascoltato a scuola e a casa per altrettante volte. La progressione linguistica, quindi, si completa all’interno di ogni format. La scelta del lessico utilizzato dipende dalla storia del format. Il collegamento tra la teoria e la pratica in classe è la narrazione. La realizzazione del format avviene in forma teatrale, poiché, in questo modo, i bambini possono vivere attivamente la storia; l’intersoggettività si attua nell’interpretazione delle emozioni dell’altro; la scelta di storie che si rifanno al vissuto del bambino stimola l’intenzionalità comunicativa; il significato delle parole e delle frasi viene chiarito con gesti, espressioni facciali, agganciandosi di nuovo al vissuto personale del bambino.

Hocus & Lotus

I Dinocrocs che insegnano
le lingue ai bambini

Avviene ad un’età caratterizzata da importanti sviluppi fisiologici ed emotivi nei bambini che si avvicinano per la prima volta ad un contesto educativo che nella sua strutturazione inizia ad essere simile alla futura scuola dell’obbligo senza abbandonare alcuni principi fondamentali per l ‘apprendimento cognitivo ed emotivo come il gioco e l’importanza delle relazioni con le figure di riferimento, maestre ed educatrici. Più che un metodo lo si può considerare un vero e proprio programma educativo linguistico basato sul concetto di FORMAT NARRATIVO.

Il FORMAT NARRATIVO è un modello didattico per l’educazione bilingue creato da Traute Taeschner, che mutuando il concetto di format da Bruner, sviluppa il concetto di “format narrativo”, che mantiene le caratteristiche del format bruneriano, ma assume connotati nuovi. Il concetto fondamentale è l’intenzionalità comunicativa, che è alla base dell’apprendimento di una seconda lingua, cui si aggiunge l’elemento narrativo: nasce, così, il format narrativo, una serie di storie ripetute e condivise con l’insegnante, che si rifanno al vissuto emotivo del bambino. Il modello teorico alla base del format narrativo prevede che nella scuola si creino le condizioni ambientali favorevoli all’avviamento dell’apprendimento della seconda lingua.

Quattro principi alla base del processo di acquisizione del linguaggio

Apprendere la nuova lingua in modo similare ai processi di acquisizione del linguaggio.

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II bambino inizia a conoscere il mondo ed impara a parlare all’interno di esperienze di carattere ripetitivo condivise con l’adulto: i format, «vissuti» che genitori e bambino condividono quotidianamente, attività condivise insieme. In tale contesto, significativo sul piano emozionale e affettivo, si sviluppa la comunicazione verbale.

Realizzare tecniche di insegnamento di carattere operativo e interattivo, coerenti con i processi di acquisizione del linguaggio.

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II bambino inizia a conoscere il mondo ed impara a parlare all’interno di esperienze di carattere ripetitivo condivise con l’adulto: i format, «vissuti» che genitori e bambino condividono quotidianamente, attività condivise insieme. In tale contesto, significativo sul piano emozionale e affettivo, si sviluppa la comunicazione verbale.

Porre la buona comunicazione al centro dell'insegnamento e apprendimento della nuova lingua.

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II bambino inizia a conoscere il mondo ed impara a parlare all’interno di esperienze di carattere ripetitivo condivise con l’adulto: i format, «vissuti» che genitori e bambino condividono quotidianamente, attività condivise insieme. In tale contesto, significativo sul piano emozionale e affettivo, si sviluppa la comunicazione verbale.